La donna in questo contesto assume un ruolo pilota, in quanto pilastro fondante della vita nel suo svolgersi dinamico. Ella attraverso la maternità, un vero e proprio prodigio per cui ogni forma di vita entra nell’esperienza esistenziale, si fa portatrice ed esempio del connubio relazionale. Il binomio madre feto ruota attorno al dare e al ricevere, attraverso cui ogni essere perde la sua condizione di sterile primitivita’. I germi che la donna trasmette al proprio figlio attraverso il parto naturale e spontaneo lo fortificano, consentendogli di affrontare quella che propriamente viene chiamata dimensione extrauterina intorno a cui verte l'esistenza stessa.
Di questo e di altri argomenti ai temi succitati connessi si e’ parlato oggi 7 marzo nella sede dell’Asp di Amantea in un incontro voluto e tenuto dalla dott. Ida Veltri specialista di ginecologia, molto sensibile alle problematiche femminili in rapporto all’imprinting culturale della societa’ odierna. L'incontro piacevolmente informale accompagnato da video esemplificativi e descrittivi non ha trascurato la visione della donna quale cardine delle relazioni interfamiliari e cellula madre del tessuto sociale. Ancora rari sono coloro che lanciano l’invito a recuperare la coscienza delle nostre radici a tutela di ogni forma di manipolazione e aggressivita’ che giunga dall’esterno, da chi gestisce e controlla la nostra salute. La donna, quale punto di congiunzione tra il passato culturale e il presente, occorre che diventi punto di riferimento educativo a piu’ livelli all’interno della societa’, cominciando col tutelare se stessa. E cosi’, in un excursus pindarico che ha visto toccare diversi punti concernenti la relazione tra l'alimentazione e la salute, la ginecologa Veltri ha spiegato la necessita’ di tralasciare le sofisticazioni a cui sono sottoposti gli alimenti semplici, incominciando dalle farine raffinate, per indirizzarci su come alimentarci piu’ consapevolmente.
Filosofia, medicina e nutrizione hanno riscoperto oggi all’Asp di Amantea il loro sinergico dialogo, esprimendosi appieno nel buffett conclusivo a base di vari pani e diversi dolci preparati all’uso antico con lievito madre e farina di grando senatore cappelli macinata a pietra, una riscoperta dei veri sapori che ci hanno nutrito nel passato e che nella complessa civiltà odierna abbiamo dimenticato o perso.