Il ponte, il guardiano e la patria del destino
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Il ponte, il guardiano e la patria del destino

Il ponte, il guardiano e la patria del destino

Amore e Psiche
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Ognuno di noi è il tramite di qualcosa o è di tramite per qualcosa.

Il ponte, il guardiano e la patria del destino
Il ponte, il guardiano e la patria del destino

 

Ogni corpo esistente è un trasmettitore di energia e allo stesso tempo fonte di energia. Ci sono canali o ponti che inconsapevolmente conducono gli altri a un traguardo sperato o del tutto inaspettato, perché la loro funzione è quella di unire, di rivestire un ruolo gioioso o al contrario di rivelazione di un qualcosa di inaccettabile perché estremamente doloroso e al contempo necessario. Tali figure sono maghe di negatività, foriere di una volontà lugubre che determina il destino. Nella coscienza popolare il destino ha una valenza di forte negatività.

Il destino è crudele e non ha l'equivalente nella stella che brilla di luce propria. Eppure, il destino nel nome indica un movimento, uno spostamento ed è di per sé ponte, congiungimento verso la patria di appartenenza ascosa dalle nebbie di Maya, il velo dell’apparenza ingannevole. Il nero delle vetuste maghe si sofferma sulla dimensione presente riscattata dalle religioni d’impronta salvifica. Il destino è ciò che ci attende nell’altrove che non è terra straniera, bensì l’unica patria degna di considerazione. I miti pullulano di figure tramite o ponti, nonché la tradizione popolare farcita di una sacralità velata. Ciò che utilizza un linguaggio metafisico non può tralasciare il ruolo della figura ponte che e’ sempre accompagnata dal corrispettivo guardiano.

Prendiamo esempio da Dante nell'Inferno che incontra Caronte, il traghettatore delle anime, e ha al suo fianco Virgilio, il lume della ragione, identitario della cultura di un popolo, poeta vate dei Romani nell'età d'oro, augustea. Si può essere guardiani d’ingegno (la malizia, diversa dalla malignità è contemplata anche nei Vangeli, dal linguaggio del Cristo) coloro che preparano alla traversata in direzione dell'altra sponda, terra della determinazione individuale, meta ultima, tracciata dal senso attribuito alla terrena esistenza.

Ippolita Sicoli
Author: Ippolita Sicoli
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.

Ti potrebbero interessare anche:
home-2-ads-fsp-cca-001