La non civilta' del cambiamento
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

La non civilta' del cambiamento

Sulla cultura antropica

Amore e Psiche
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times

Il cambiamento arriva quando siamo pronti ad accoglierlo.

Svetlana Melik. Nubanova
Svetlana Melik. Nubanova

 

Spesso ha la parvenza di una proposta che ci pone dinanzi al dissidio se accettarlo o meno. Il cambiamento può essere brusco e coglierci impreparati, oppure graduale come una brezza di tenue luce che sorge all'orizzonte e ci aiuta ad orientarci. Comunque sia, ogni cambiamento comporta delle rinunce e rinunciare a una parte di noi predispone di per sé a una fase di nuova crescita. Ben altra cosa è quando ci lasciamo impressionare dal cambiamento e preferiamo restare fermi, rinunciando alla personale evoluzione.

In tal caso, il cambiamento avverrà comunque, ma sarà passivo. S'insinuera sotto pelle, andrà a gonfiare i muri dell'inconscio che dirottera la barca della nostra esistenza, spingendola alla deriva. E allora saremo persi in un circolo vizioso che nutre l'insoddisfazione e foraggia la depressione. Eppure, a ben vedere, nessun cambiamento giunge di soppiatto. L'essere sensibili non si limita all'effluvio di compassione e comprensione provocate dai sentimenti altrui, ma si traduce nel concreto nella disponibilità a lasciare aperta la finestra delle proprie percezioni, affinché ci consentano di cogliere i segnali di preludio al cambiamento.

Oggi si sente tanto parlare di cambiamento. Stiamo andando incontro a una rivoluzione globale sul piano della civiltà e della cultura antropiche. Già si avverte un mutamento di sensibilità che anticipa una nuova mentalità che porterà l'uomo a perdere la nozione del proprio antropocentrismo e a conquistare una nuova prospettiva di misurazione e osservazione del reale. Ciò comporterà il conseguimento di una nuova maturità che non lo lascerà fermo e indifferente rispetto all'anima mundi e di tutto il cosmo. Ogni cosa non sarà più concepita a se stante, incluso l'uomo, ma legata al tutto da una trama di rapporti che renderà presente ogni particella della realtà in più dimensioni. Sarà il ritorno all'antica civiltà sapienziale, con adeguate modifiche, a scalzare l'umanità esistente, in cui l'uomo è il burattinaio e il regista di ogni manipolazione e intervento in ciascun settore.

La gente è spaventata dal cambiamento. Solo i saggi sanno domare i venti contrari e navigare nella corrente, ma coloro che propagandano il concetto di cambiamento sono squallidi lucratori che intingono le dita nella cultura attuale e remano contro, per far si che nulla di fatto cambi.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.