Nel triduo della settimana santa si consuma il dolore per la Passione di Cristo

La tradizione di non mangiare carne ha però altre origini. Essa si riconduce agli antichi riti di passaggio diffusi nelle culture pagane, scanditi nei tre momenti di purificazione, di morte e di rinascita. L'astensione dalla carne suggerisce il distacco dalla dimensione terrena, necessario affinché si realizzi la morte nella sua accezione profana e il conseguente rinnovamento sul piano della Luce.
Il panno bianco che troviamo esposto il giovedì santo nelle chiese dietro il Sacramento, esprime non tanto purezza quanto invece attesa in vista del rinnovamento o rinascita. Al rito di purificazione si ricollega anche la veglia nel Getsemani, una veglia di preghiera che agevola il distacco definitivo dalla vita terrena. Allo stesso discorso si aggancia il momento della lavanda dei piedi. Essa non va tanto intesa come dimostrazione di umiltà, quanto evocativa di una condizione di purezza a cui assurgere, elevandosi dalla dimensione materica.