Tutto ritorna a chi sa ricordare
I sentimenti non sono perduti, mandano echi verso altre dimensioni, perché con i sentimenti siamo infiniti. La corsa di una danza eterna frena se cadiamo nei gironi di sentimenti negativi che come piombo arrestano il nostro volo e ci fanno precipitare in picchiata.

Non esiste volo che non sia circolare, perché ciò che è circolare esprime espansione, e il volo si spinge in tutte le direzioni ad abbracciare la totalità. Nelle culture sciamaniche il volo è di preludio alla danza e dall'incontro dei due momenti, lo Sciamano acquista la consapevolezza del proprio ruolo di medicine man. Curare significa infatti, salire a una coscienza superiore per planare su tutte le cose ed instaurare con esse un dialogo.
Le energie sottili espresse dagli antenati rompono i legami spazio temporali e manifestano le loro influenze sottoforma di vibrazioni. Si vibra in presenza di una danza e attraverso la danza sviluppiamo la nostra capacità di entrare in contatto di altri mondi. Quanto più la danza assume le sembianze di un volo, tanto più sarà liberatoria, altrimenti, come nel caso dei Sabbath satanici, ci tirerà verso il basso.
Ma è anche vero che chi ha raggiunto un livello elevato di padronanza del proprio volo, è in grado di scendere negli inferi per sciogliere i legami negativi e guarire. Non esiste divinità ancestrale che nella sua controparte non abbia vissuto la discesa degli abissi. Il cielo è nella risalita. La terra è la via di mezzo che calpestiamo e non consideriamo. Lo Sciamano la rappresenta con il tamburo che ne riproduce i suoni. È la lama sottile, la particella infinitesimale di megauniversi non intellegibili e legati tra loro.
La donna per il suo essere è in rapporto alla terra in virtù del suo carattere dinamico ed evolutivo, ed è quindi più portata al volo. C'è in ciò la consapevolezza che il cielo sia una conquista, un traguardo che apre ad altri innumerevoli cieli che non sempre ci sovrastano. Infatti, anche l'inferno ha il suo cielo.