La vita nella vita. La Venere nera
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La vita nella vita. La Venere nera

Amore e Psiche
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GRIMALDI Venere gialla
GRIMALDI Venere gialla

 

La vita è un continuo riemergere dalle zone in ombra e allora si prova sollievo. È un rimanere giù negli abissi senza riuscire a vederli e a guardarsi dentro. La vita vera è in quei frammenti incalcolabili in cui afferriamo il respiro di ciò che ci viene nascosto perché ancora non per noi.

La Storia come materia d'indagine dovrebbe tenere conto di questo malloppo oscuro in cui rimaniamo invischiati e incatramati. Le teorie forse cancellano il respiro vitale che dovrebbe regnare anche laddove tutto ci arriva ormai spento da tempo. Siamo cenere e per cercare il senso di chi siamo, dovremmo cercare non sotto ma nella cenere. L'esiguo fumo di una candela che ci guarda con occhi di supplica per non estinguersi.

Siamo la continuazione di altre vite rimaste incompiute o incomplete che ci chiedono nel baluginio dell'inatteso di completare quanto lasciato in sospeso. Se discendono dal cielo, allora dobbiamo convivere con i nostri aspetti d'aria a lungo ignorati e ricominciare da capo per tracciare linee concise che cavalchino il tempo. È con questa prospettiva che potremmo ribaltare la lettura data ai ritrovamenti riconducibili a periodi storici che si credeva fossero più vicini a noi. Siamo perle di stelle confuse con i diamanti delle grotte che, se provassero a ritornare ad essere pulviscolo di idee, potrebbero trovare utile quanto ancora andrebbe indagato.

Le veneri nere del Paleolitico dovrebbero essere non il pretesto ma la giusta partenza per sbrogliare la matassa di finti nodi in cui siamo tutti aggrovigliati. Le convinzioni sul Paleolitico e sul Neolitico dovrebbero essere abbattute in vista di una nuova realtà di base che contempla diverse linee evoluzionistiche partite dal sentimento e non da concetti che poi non conducono ad alcun riscontro o risposte oggettive. L'uomo si è formato sul proprio sentire e su queste basi ha costruito corpo ed esigenze. Le Veneri nere preistoriche ci suggeriscono un cattivo riadattamento alla materialità su cui sono stati trasposti ideali antichi di una provenienza che non è di questa dimensione ma giace nei mondi dell'Alto. Il nero è il colore della notte e della morte legata a una profonda dimenticanza introdottasi come lacerazione. La vulnerabilità che è data dal confronto con quanto di materiale esiste nella venuta su questa terra, ci mostra l'appartenenza alla radice "vulnus: ferita" che a sua volta conduce a "venus: vena" e a "Venus: Venere". Il sangue è la trasposizione della via lattea nella carne e nel mondo e questo passaggio viene ricondotto a una condizione di mistero.

La Venere è nella sua compatta materialità la trasposizione dall'idea stellare alla forma che inchioda ogni riferimento ad attributi di bellezza. La donna madre è il nuovo modello di riferimento. È il bisonte materico a cui si richiamano i pellerossa. Il totem plastico di una composizione completa di solidità temporale che consta di varie parti assemblate e riproposte nella significativa importanza del tutto. Seni scoscesi e asimmetrici. Corpi senza armonia ma funzionali al concepimento. Ventri cadenti per il peso nel grembo. È una nuova umanità che si offre alla vita pur sapendo di essere precipitata da un remoto altrove.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.