Il Medioevo, la figura dei vescovi e il sincretismo culturale
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

Il Medioevo, la figura dei vescovi e il sincretismo culturale

Amore e Psiche
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Statua di San Nicola, conservata nella basilica nicolaiana di Bari
Statua di San Nicola, conservata nella basilica nicolaiana di Bari

 

Non è un caso che Santa Brigida patrona d'Irlanda ricorra l'1 febbraio, il giorno prima della Candelora. L'accostamento della Sapienza alla luce lo ritroviamo non solo nell'attributo di eccelsa riferito alla santa in questione, ma anche nella derivazione del nome secondo la radice greca che unisce la sapienza alla luce.

Il nero ha in sé la luce e alla Brigit celtica appartengono la luna nuova e la luna piena. Questa in ambito cristiano medievale è rappresentata dalla Chiesa sulla quale il sole (Dio) irradia la sua luce. La Cattedrale era sede di università nel Medioevo in cui si faceva dipendere la cultura direttamente dalla Fede e pertanto era riservata a pochi eletti, dapprima a novizi e a prelati.

Il nome Myrddin lo troviamo associato a "mirto" di derivazione semitica. Tale arbusto sacro alla dea Afrodite nel mondo greco, era rinomato per le sue qualità miracolose. "Mirto" significherebbe infatti "balsamo magico" inerente all'estratto ricavato dalla pianta. Questo spiega l'accostamento al significato di "mago: saggio" riferito a Merlino. Il traslato nostrano Ambrogio ci riporta inequivocabilmente all'ambrosia, il nettare di eternità che mantiene uniti Tristano e Isotta, e all'ambra, la resina preziosa che ci ha consegnato nel tempo i fossili di insetti e piante. L'ambra dall'aroma caldo e avvolgente era una resina sacra agli dei anche per il suo colore giallo usato come unguento nel mondo egizio ed orientale, così come in quello greco romano e bizantino. L'immagine di eternità anticamente associata al sole veniva espressa dalla meravigliosa ambra che ricorda l'oro.

A proposito di commistioni culturali, fa riflettere la data del 6 dicembre riservata sia a Sant'Ambrogio che inaugura a Milano le festività natalizie, sia a San Nicola di Bari, da cui deriva Santa Claus, il tradizionale Babbo Natale. Entrambi i santi sono vescovi e i vescovi nel Medioevo erano gli antichi pontifex romani "costruttori di ponti". In senso figurato sono divenuti gli insigniti del ruolo di costruire alleanze e creare mediazioni tra culture e religioni diverse. A dire il vero il potere dei vescovi nel Medioevo era tale da fomentare guerre contro chi minacciasse il loro prestigio. Godevano difatti di un loro esercito e di uno stuolo non indifferente di amanti fertili capaci di assicurare una prole sufficiente con cui conservare intatto il dominio sul territorio. Il vescovo era una figura ambigua che immetteva agli alti ranghi della Chiesa. Concludevano la gerarchia i cardinali e il sommo pontefice, il Papa era all'epoca il supremo rappresentante del potere soprattutto temporale della Chiesa.

È oltraggioso a mio avviso traslare il significato della porpora, ossia del mantello che con scherno fu gettato sul corpo di Cristo a seguito della flagellazione, ai potenti della Chiesa. I porporati designano gli alti ranghi della Chiesa e traggono ragione della loro identificazione con la porpora e da quel triste episodio, e dall'importanza della stessa in campo devozionale, e perché essa è espressione del potere terreno. Era difatti il colore della Roma Imperiale.

I due vescovi su citati fanno da collante tra la nostra e le due culture diverse con le quali l'Alto Medioevo dovette confrontarsi. La prima nordica e la seconda mediorientale, entrambe fagocitate da una Cristianità sempre più autorevole nell'accezione politica del termine. Sant'Ambrogio è al confine del territorio italiano al di qua delle Alpi e San Nicola il cui nome significa "vincitore" sbilancia il lembo d'Italia più esposto ad Oriente verso nuove forme di dialogo con le popolazioni turche e balcaniche, aprendo a nuovi orizzonti via mare. San Nicola è difatti il Santo dei Levantini, di coloro che curano i propri interessi commerciali sotto la protezione del vescovo di Myra, le cui ossa sono conservate a Bari. Egli stesso è il santo delle relazioni ecumeniche tra culture diverse. L'apertura che lo designa è testimoniata dal fatto che lo ritroviamo in varie vesti in diverse parti del mondo come in Olanda e nella gelida Russia. È portatore di doni e di ricchezze, consegnando di riflesso l'immagine arcaica e paternalistica di Dio (poi acquisita da Babbo Natale) che ha a cuore noi tutti. All'opposto, il vescovo Sant'Ambrogio teologo rappresenta il lato forte della Chiesa inossidabile e ferma sulle sue convinzioni. È lo scudo che protegge la Chiesa primo Medioevo da arbitrari sincretismi con i popoli germanici e barbari. È legato alla città di Milano che rappresentava per gli antichi Romani il cuore dell'Europa e che pertanto venne chiamata Mediolanum, "città di mezzo".

 

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.