L'Età Antica. La raffigurazione dei suoni nel mondo della Natura
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L'Età Antica. La raffigurazione dei suoni nel mondo della Natura

Amore e Psiche
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Edward Burne-Jones, Il cuore della rosa, 1901, Badisches Landesmuseum Karlsruhe
Edward Burne-Jones, Il cuore della rosa, 1901, Badisches Landesmuseum Karlsruhe

 

Dove c'è Dio c'è l'amore e il cuore è il suo centro. Il cuore con la sua simmetria a foglio che si ripiega raccoglie le storie vissute interiormente e le conserva, a volte le tramanda in terza persona, per sottrarsi a pettegolezzi e invidia attraverso il ricorso all'universale.

Il cuore danza ed è un passero che attende e che all'erta resta nel rumore dei ricordi mentre intorno tutto tace. La preghiera più usata nel Medioevo è quella del ritorno perché nel ritorno è riposta la forma più dolce e autentica di integrità. Abbiamo visto il valore che hanno i fiori in rapporto al sole, che si fanno luogo della luce e sua espressione. Così come è anche vero che il fiore richiama il cuore con cui fa rima. E proprio a questo tratto di indiscussa autenticità e dolcezza che ha come referente l'amore e il cor gentile delle donne si richiama la pittura preraffaellita di fine Ottocento.

Non esiste paesaggio illuminato dalla fragranza di una rosa che non pungoli l'anima col sentimento di nostalgia. La Natura, i rami che si fanno ispidi e pungenti come spine e il becco degli uccelli sono canto e risveglio di dolci momenti che possono anche ritornare, ma non sempre questa grazia è concessa. È inevitabile allora l'associazione spina chiodo che viene ereditata dalla Passione di Cristo che trova consonanza con i sentimenti medievali proposti da affreschi come anche dalle Sacre Rappresentazioni. Celebrando il dolore si aiuta a superarlo nel suo aspetto di soggettività che universalizzato dalla morte di Gesù diviene via di salvezza e uscita dalla finzione del mondo. Una cosa è la luce terrena, tutt'altra cosa la luce della verità che splende nel Regno di Dio e il particolare soggettivo è la sofferenza che segue una via tutta individuale per accostarsi al calice infinito della verità celeste.

Il mondo privato è il cerchio luminoso dell'intimità tanto fragile perché bersagliata da vari pericoli, e in questo mondo la donna trova il suo corrispettivo di comprensione nella figura universale della Madre Vergine.

La donna è la rosa che trema mentre vacillano gli alberi sotto la tempesta. Lei tenera com'è deve sopravvivere per sé stessa e per i suoi figli, mentre il nemico si abbatte come un uccello predatore sotto cui i soldati crollano. Il dolore di una madre è il dolore della donna e non c'è pianto sommesso o urlo straziante che non raggiunga implorante l'orecchio di Dio. Cambia il numero, la collocazione, lo scenario del cielo e della terra e quanto di più tenero c'è, una nuvoletta danzante o la visita di un uccellino sul davanzale, diventano presagio di morte.

La polvere è nulla e ricorda all'uomo la sua nullità quanto la goccia dell'oceano. Eppure il polverone sollevato dai cavalli o l'onda che s'innalza alta spazzano via tutto, distruggendo. È con questo spirito fornito dalla localizzazione diversa delle immagini da singole a collettive che il Medioevo forgia il linguaggio della raffigurazione del mondo, mostrandosi sempre all'erta dei cambiamenti. L'uccellino tenero diventa stormo, termine questo oggi usato in rapporto anche a un esercito di aerei da guerra.

Anticamente si poggiava l'orecchio al suolo per percepire l'arrivo degli eserciti e correre al riparo. "Forte" in inglese si dice "strong" e la radice "st" dal suono duro e vibrante che ritroviamo quindi che in "dust: polvere", con l'aggiunta della "r" è presente anche in "storm: temporale" da associare a "stormo". Gli uccelli in gruppo volteggiano alla rinfusa quando percepiscono l'avvicinarsi del temporale ma è anche vero che gli stessi uccelli piovendo in gruppo apportano carestie, divorando i semi e i frutti delle coltivazioni. Ci sono delle correlazioni nel mondo della Natura che non possono essere ignorate e sulle quali il mondo antico e quello medioevale insistono, fondando la loro saggezza. 

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.