Dall'arco all'argento, le trame di significati nascosti
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Dall'arco all'argento, le trame di significati nascosti

Amore e Psiche
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Notre-Dame de Paris dall’interno, vista dall’alto
Notre-Dame de Paris dall’interno, vista dall’alto

 

"Arco" riconduce ad "Argo" e non solo nel nome. L'arco a sesto acuto è un elemento basilare dell'architettura gotica. Vediamo adesso quale percorso e quali tappe uniscono le voci sopra riportate.

Negli articoli precedenti mi sono soffermata sul valore del gigante in rapporto all'immagine della pietra a proposito di quale riflesso questa ha avuto nelle rappresentazioni scultoree fasciste. Soffermandoci sull'arco, esso acquisisce grande valore di slancio durante il periodo gotico che sembra nel nome rievocarlo. L'altezza dei monumenti gotici richiama alla memoria gli antichi edifici mastodontici all'alba della civiltà umana con in più il carattere della leggerezza conferita proprio dalla presenza degli archi rampanti e a sesto acuto. L'espressione "Arte gotica" contratta da "Argo" richiama l'immagine del gigante posto da Zeus a guardia della sua amante, la splendida ninfa Io. Argo era dotato di tanti occhi secondo la tradizione mitologica e ciò lo rendeva molto affidabile e accorto. Dal nome "Argo" deriva l'attributo "arguto". È interessante il passaggio dal gigante Argo all'argento che nel nome lo contiene e che ritroviamo presente in "Arte Gotica" e di riflesso in "Arte Neogotica" di fine Ottocento primo Novecento.

Se la bocca rappresenta l'alba dell'umanità e ogni nascita in quanto associata all'oro del sole che buca le tenebre, gli occhi sono associati all'argento splendente che ritroviamo associato al cielo e all'acqua che scorre. Se l'oro è il metallo dei re e delle massime autorità religiose, l'argento è il colore della magia e di coloro che operano a contatto con la pietra filosofale. Lo è del viaggiatore che si perde nel bosco o dei naviganti alla ricerca di una meta splendente. L'argento lo ritroviamo in merito anche al mito degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro.

L'argento è il metallo magico, di chi opera sugli elementi della natura in disparte dal mondo. Le culture matriarcali che venerano la luna hanno come riferimento l'argento. I primi specchi sono stati d'argento e li ritroviamo nell'immagine "specchio d'acqua". All'argento è legata l'attività notturna del mago e delle antiche streghe e degli alchimisti lontani dalla luce del sole abbagliante, punto di arrivo. Il lavoro di riflessione creativa sul mondo è rappresentato dall'argento che incontriamo in maniera discreta nel ciclo epico dei cavalieri antichi, in particolare in relazione a Morgana, nonché a Merlino. Costui viveva in una grotta di cristallo in cui operava a contatto con gli elementi naturali. Il cristallo è il simbolo della verità e l'argento la via per raggiungerla. Il rapporto argento grotta compare anche nel nome di Gargantua, il famelico gigante, così come nel nome Gargano in riferimento alle grotte e a quella di San Michele nello specifico. Grotta e argento si richiamano a vicenda e ad essi a loro volta riconduce l'ordine architettonico gotico che riproduce attraverso la costruzione delle cattedrali. In queste ritroviamo le grotte scavate nella roccia, così come quelle tracciate dai fitti rami di alberi.

L'argento è il metallo della trasmutazione alchemica, di chi ha deciso di farlo ritornare lucido lavorando su se stesso. Questo processo è raccontato molto bene procedendo dall'ingresso lungo la navata principale di una cattedrale gotica per arrivare alla regione absidale. Si sente lungo il percorso una trasformazione interiore di alleggerimento e guarigione simile a quella stimolata dall'argento. E proprio all'argento s'ispirò il Neogotico preferendolo finanche all'oro, per il suo carattere magico lunare. L'argento ossida e funge da calamita di tutte le impurità che danneggiano l'uomo. È antisettico e antibiotico, ragion per cui nell'Ottocento le famiglie nobili ai grandi banchetti lo preferivano all'oro per le posate e bicchieri.

Il grigio che usiamo associare al Fascismo non è smorto, ma lucente. È il grigio argento che esprime l'impegno e l'operosità dell'uomo infusi nell'azione politica, e porta quindi a guardare verso un futuro lontano.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.