Dalla ghironda all'arpa. Il mito e i suoi confini
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Dalla ghironda all'arpa. Il mito e i suoi confini

Amore e Psiche
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Ghironda, cordofono a corde strofinate da un disco, di origine medievale
Ghironda, cordofono a corde strofinate da un disco, di origine medievale

 

Ad esprimere l'alternanza attività riposo nel ciclo vitale è per gli antichi un animale diffuso nelle aree a clima temperato e solito andare in letargo ad ogni inverno. L'animale in questione è il ghiro, dalla radice "gl" (in latino "ghiro" si dice "glis-is") che abbiamo già incontrato a proposito di "ghirlanda".

Questo roditore è associato alla pace e al riposo, non a caso si dice "dormi come un ghiro", a quella dimensione raccolta che ci riporta alla casa nelle fredde sere d'inverno.

Se c'è un tempo che più di tutti ci lega alla dimensione del mito, questo è il tempo dell'inverno, in cui la voce dei vecchi ha più che nelle altre stagioni un senso inscritto in un coro d'immagini che ha per protagonista la legna accesa e fumante nel camino.

Apprezziamo l'inverno perché ad esso seguirà la primavera e il risveglio dei sensi. Comprendiamo il mito sulla base del principio che esso segue la curva di un ciclo e si ripete con un ritmo che ci trasporta in una dimensione di sicurezza, quella del cambiamento che è stabilità. Il bifrontismo di Giano allora ci schiude a una visione del mondo in cui il fanciullo non volta le spalle al vecchio, ma è il vecchio trasposto in un tempo passato che ritornerà a vivere di anno in anno, nello sguardo dei bambini che alle sue storie presteranno ascolto.

È quanto succede nel ritmo della Natura di cui noi tutti siamo parte. Accoglienza vuol dire proteggere e la ghirlanda rivela il lato tenero della Natura e della dea Eriu che cinge il mondo in un amplesso fedele. La ghirlanda pertanto è a differenza del calice che proietta oltre il Cosmo conoscibile, in altri cicli invisibili che fanno capo al mistero di Dio Padre, il ventre della dea Madre che tutto in sé contiene nelle diverse stagioni della vita terrena.

C'è uno strumento musicale che richiama per assonanza il ghiro ed esprime con le note un giro di accordi che immette nella sacralità popolare. La ghironda. Il cerchio ci connette col divino perché è stabilità e protezione che trascendono l'alveo terreno e cosmico, e la ghironda strumento medioevale, con i suoi suoni ci trasporta oltre la ciclicità materica per farci approdare alle sacre sfere di Dio. Non a caso era usata di accompagnamento al Canto Gregoriano.

Di tutti gli strumenti a corde quello che più di tutti attraverso la ripetitività e la semplicità degli accordi è capace di ricreare suggestive atmosfere, è l'arpa, a giusta ragione collegata alle atmosfere bretoni e nordiche. L'arpa celtica e non solo ci dice molto sul significato della corda nell'Alto Medioevo che ritroviamo negli archi con la freccia, nelle fionde e nel simbolo del Sagittario. L'arpista come qualsiasi soggetto armato di strumento ad arco, colpisce e mira al cuore trapassandolo di emozioni e sentimenti che parlano anche la lingua della tradizione. La corda è un ponte all'interno del cerchio, crea la congiunzione tra distanze incolmabili, rivelando il significato vero e profondo del mito, nonché la sua potenza di raggiungere e stendere legami, in quanto capace di rompere gli argini delle sacche spazio temporali.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.