Ghirlanda, ghianda ed Eriu. La triade dei doni d'autunno
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Ghirlanda, ghianda ed Eriu. La triade dei doni d'autunno

Amore e Psiche
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Jim Fitzpatrick 'Eriu, dea del Tuatha Dé Danann, Arte celtica
Jim Fitzpatrick 'Eriu, dea del Tuatha Dé Danann, Arte celtica

 

L'autunno è la stagione della frutta secca e delle bacche, frutti duri e legnosi che ricordano i bastoni, da qui l'etimologia di bacca in comune con "Bacco". "Bastone", "Bacco", "bacca" e "battere" hanno difatti la stessa radice etimologica e la bacca proprio perché cadendo emana un suono, è considerata frutto di buon augurio.

Ho già spiegato che l'autunno è la stagione in cui la volta si flette a baciare la terra e il cielo si ritrova nella figura del contadino che semina rendendo fertile la terra. La stessa funzione di benedizione si riscontra nella ghianda dall'antico sanscrito "galami: scorro giù". La ghianda è il frutto della quercia, albero particolarmente diffuso nell'Europa centrosettentrionale e come la castagna o la noce ricorda l'embrione all'interno del suo guscio o placenta, richiamando al valore della vita e alla luce che si diffonde dall'interno. Il significato "interno" è contenuto nella parola "lanterna" insieme alla radice di "lampo", e i frutti appesi al ramo sono stati d'ispirazione alle lanterne tradizionali nordiche e orientali. Il frutto contenendo i semi racchiude la luce vitale della pianta.

"Ghianda" e "ghirlanda" hanno all'interno la radice etimologica "gl" che ritroviamo in "globo" e che indica rotondità. La forma del cerchio sappiamo che è di per sé beneaugurante e incline alla positività non avendo spigoli, ragion per cui è l'emblema dell'accoglienza.

Nelle civiltà pagane la ghirlanda nasce come preparazione ad accogliere una divinità o una festa. Le ghirlande d'autunno hanno una funzione propiziatoria legata al raccolto dell'anno nuovo così come al capodanno. Il bussare alla porta indica una visita che è sempre una sorpresa gradita o meno. Il cielo che s'inchina alla terra bussa all'uomo allo scopo di riportarlo verso ciò che è sacro ed è coglibile sotto gli strati dell'apparenza come nell'invisibile. Dell'autunno è il bussare e lo scampanellio che desta l'uomo dal suo torpore domestico preparandolo a una importante venuta che nelle civiltà nordiche e pagane consisteva nel capodanno come incontro delle anime trapassate con i vivi in cammino esistenziale sulla terra. Da qui la bivalenza "dolcetto scherzetto" attribuita al senso di timore che incitano i redivivi nella forma di zombie o spettri, che trova spazio nella festa tutta americana di Halloween. Secondo i Celti il 31 ottobre le anime più birichine s'incarnavano negli animali agricoli portandoli a parlare o intrecciando le loro code. Le più monelle scuotevano i campanelli che gli animali avevano al collo, suscitando nelle anime semplici che li udivano paura o stupore.

Il risveglio notturno è associato alla vigilia o veglia. Si resta svegli in attesa della luce che viene ed è quanto ritroviamo nei Vangeli a proposito delle vergini con le lucerne accese, e di rinascita preceduta dalla morte nelle tristi pagine della Passione. Vegliate perché l'ora è vicina. Il campanello è simbolo di presenza nell'attesa, così come la luce che irrora e illumina. Per questo entrambi hanno un ruolo attivo nelle funzioni ecclesiastiche particolarmente solenni come quella che ricorre la notte di Natale e della Veglia Pasquale.

La frutta secca che cade a terra, le foglie così come i rami secchi e le bacche sono luce piovuta dal cielo che può introdurre solo cose belle nella vita dell'uomo. La ghirlanda è la preparazione spirituale affinché le novità buone trovino spazio nell'anima che le accoglie.

Tra tutte le dee della cultura irlandese d'impostazione celtica, Eriu è colei che simboleggia l'accoglienza nella Madre resa molto bene dalla circolarità della ghirlanda. La radice del nome Eriu è contenuta nella parola "Ghirlanda" che a sua volta ha dato il nome alla terra d'Irlanda in cui celebri sono le ghirlande in onore di San Patrizio, il suo patrono. Per le feste natalizie è in uso in Irlanda accendere una candela ad ogni finestra, ma la ghirlanda alla porta d'ingresso è una tradizione che compare in tutto il Nord Europa come simbolo di accoglienza per ogni ospite che si reca in casa. La circolarità della ghirlanda è un richiamo al grembo della Vergine che accoglie la nuova luce del mondo, fondendo elementi del remoto passato con quelli della subentrata Cristianità.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.