La rabbia e il raggio del sole puro tra derivazioni e corrispondenze
Il sito "il Centro Tirreno.it" utilizza cookie tecnici o assimiliati e cookie di profilazione di terze parti in forma aggregata a scopi pubblicitari e per rendere più agevole la navigazione, garantire la fruizione dei servizi, se vuoi saperne di più leggi l'informativa estesa, se decidi di continuare la navigazione consideriamo che accetti il loro uso.

La rabbia e il raggio del sole puro tra derivazioni e corrispondenze

Amore e Psiche
Typography
  • Smaller Small Medium Big Bigger
  • Default Helvetica Segoe Georgia Times
Il sole del deserto
Il sole del deserto

 

La parola "raggio" deriva dalla radice sanscrita "kirana" composta di tre sillabe col significato di "raggio di luce". La sillaba centrale ci riguarda da vicino e la ritroviamo nel nome del dio sole egizio "Ra"

"Come in cielo così in terra" è un'espressione estrapolata dal Padre Nostro, che racchiude il pensiero ermetico sapienziale della tradizione più antica. La ritroviamo infatti espressa nell'ermetismo ebraico in rapporto all'albero delle Sephirie che seguono un flusso discendente e uno ascendente. Negli Equinozi il sole cambia l'osservazione dell'uomo sull'ambiente. Ciò aveva nell'antichità una grande importanza anche in virtù del fatto che mancavano fonti di illuminazione artificiale. La luce era giorno o fuoco, ragion per cui è stato più facile per l'uomo di allora scendere in profondità e indagare sui significati traslati e polivalenti della luce.

Negli equinozi non ci di sofferma come durante i Solstizi sulla luce e sui contenuti metafisici e analogici che ne conseguono, bensì sugli effetti che la luce determina portando l'uomo a esplorare il cielo durante l'equinozio d'autunno e al contrario, portandolo a concentrarsi sulla terra nel caso dell'equinozio di primavera. Quì l'esplosione visiva dei fiori ripropone il fulgore della fioritura astrale durante le notti gelide invernali. Assistiamo quindi a un ribaltamento dei mondi sulla base delle ripercussioni dell'energia cosmica sulla dimensione della natura.

Il sole puro è quello che l'uomo antico ammirava lontano da ogni contaminazione visiva che scaturisce dal rapporto cielo paesaggio e dall'influenza della luce in esso. Il sole puro è quello del deserto che non ha termini di contrasto e regna sovrano. Da qui l'interesse e la venerazione del sole presso le culture più antiche della Mesopotamia e dell'Egitto, nonché di tutto il bacino mediterraneo.

Il sole è nella sezione degli agrumi col significato di fecondità e ricchezza. Il sole puro è nella sezione del frutto del cedro che nella sua perfezione viene offerto al dio Adonai dagli Ebrei bene attenti al significato di incorrotto che ritroviamo non solo nel cedro senza ammaccature e intonso, ma anche nel simbolo dell'agnello. A Dio si offre purezza ma è anche vero che solo chi è incontaminato, puro e perfetto, può accedere alle forme di passaggio metafisiche che racchiudono il senso del racconto biblico. Questo è un tratto importante, distintivo della religione ebraica poi traslato nei percorsi delle scuole iniziatiche e della Massoneria dove lo troviamo ben scandito nella scacchiera bianco nero. Il concetto di fondo vede la condizione di passaggio destinata solo a chi è uscito dal marasma del mondo e ha operato una scelta radicale. Il nero si può convertire in luce, il grigio e le vie di mezzo che ritroviamo nei mediocri, assolutamente no. È quanto ci trasmette anche il Manzoni attraverso la figura dell'Innominato.

Il sole del deserto è furore e potenza e questo spiega l'aspetto di guerrafondaio del dio ebraico e delle religioni confinanti. È intraducibile perché il bagliore che sprigiona lo rende invisibile. L'uomo è l'ombra di Dio e ciò spiega la presenza del fuoco nei riti sacrificali.

È interessante il passaggio raggio - rabbia presente in alcune lingue come in quella inglese "anger: rabbia" e in quella francese in cui rabbia si dice anche "rage" corrispondente a "raggio" in inglese. Nel dialetto calabrese "rabbia" si dice "raggia". Questi esempi rivelano la derivazione transitiva di uno stato collerico dal sole, derivazione basata sull'azione accecante e violenta di esso, che esula da forme di arginamento e contenimento. La rabbia è furore irrazionale e come tale si ritrova in Dioniso che è anche tenebra mortale.

Ho scritto e condiviso questo articolo
Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.