Il rapimento del cielo. La subitaneita' e la rosa
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Il rapimento del cielo. La subitaneita' e la rosa

Amore e Psiche
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"Una dea che attende il suo signore e intanto si copre". Foto e didascalia di Ippolita Sicoli
"Una dea che attende il suo signore e intanto si copre". Foto e didascalia di Ippolita Sicoli

 

Ecco perché ho sempre gli occhi all'insù. Il cielo è un inferno azzurro. Il racconto che scivola su lacrime e foglie al passo delle fate. Non siamo noi a rapire il cielo con gli occhi. È lui a sorprenderci in fretta e in un attimo ci rapisce colmando vuoti e silenzi.

È uno spettacolo il temporale da lontano. Ballerine schizzano con gambe virtuose su lastre di ghiaccio e disperdono nei campi aperti gli svolazzi delle loro piume. Si alza il sipario e lo spettacolo nel cielo plumbeo verseggiato di note gialle e rosa incomincia. Sono flash che catturano prima che tutto finisca e si riaccenda tra i buchi nel cielo il sospiro delle stelle.

Il rapimento è del cielo prima che della terra e gli dei ce lo ricordano.

Siamo soliti affibbiare un significato spregiativo alla parola "rapimento " ormai imbarbariti dalla cultura urbana. Eppure, quanti rapimenti belli i miti ci hanno tramandato! Elena, le Sabine... Persefone. Belli perché intensi e appassionati e belli da "bellum" perché pretesto di una guerra, come nel caso di Elena di Troia.

La rosa, la regina dei fiori, è un simbolo felice se ci conduce alla fioritura di qualcosa di meraviglioso che riempie l'anima e la sazia appagandola con l'amore. Altrimenti a qualcosa di brutto e mortale. La fioritura delle lacrime, per quanto immagine bella e tenera, ci riporta al dolore e alla sconfitta nella vita. Ancor più alla morte e alla sofferenza ci conduce lo sbocciare di una guerra. La rosa, regina dei fiori è apposta nel Medioevo su armature e stendardi, come simbolo di purezza e giustizia per le quali vale la pena combattere e battersi.

Scoccano i minuti, il tempo... schioccano le dita, scocca l'arco la sua freccia. Sboccia ai nostri occhi d'un tratto il fiore e la rosa. La subitaneità è più nell'incanto che lascia, che nella rapidità dell'azione.

Gagliarda santità, cuore di luce che trafigge e insegna il perdono insito nel calice di ogni cosa. Nettare divino e stilla del Signore che mai ci dimentica, insegnandoci il passo affannoso della bellezza che travalica la morte. La rosa cavalca le amarezze del mondo e ci ricorda che si viene rapiti dall'istante in cui è sepolto il nettare felice di questa vita.

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Ippolita Sicoli
Author: Ippolita SicoliWebsite: http://lafinestrasullospirito.it
Responsabile del Supplemento di Cultura "La finestra sullo Spirito" del quotidiano online "ilCentroTirreno.it"
Docente della Federiciana Università Popolare, Specializzata in Discipline Esoteriche, Antropologia, Eziologia e Mitologia, ha partecipato in qualità di relatrice a convegni e conferenze. Ha pubblicato le seguenti opere: “Il canto di Yvion - Viaggio oltre il silenzio” prima edizione Wip Edizioni 2003, seconda edizione Ma.Per. Editrice 2014. Il romanzo “Storia di Ilaria e della sua stella” Edizioni Akroamatikos 2008. La raccolta di racconti per ragazzi “Storie di pecore e maghi” Ed. Albatros 2010. Il romanzo “Il solco nella pietra” Editore Mannarino 2012. Il saggio antropologico “Nel ventre della luce” Carratelli Editore 2014.