Occorre possedere in sé la meraviglia per stupirsi di quanto accade. La meraviglia è una finestra spalancata sul dentro e sul fuori. È la certezza di ogni accadimento. È chiamare da dentro se stessi quanto succede.
Le filosofie orientali si concentrano sull'aspetto relazionale tra il dentro e il fuori e sul ruolo dell'immaginazione interiore che partorisce la realtà. Se ci concentriamo sugli aspetti negativi, partoriremo realtà negative. Il concepimento parte dalla capacità immaginazionale insita nel proprio mondo interiore. Immaginazione e immaginifico sono tra essi collegati. Spesso attribuiamo all'immaginazione un significato aleatorio perché contaminati dal pragmatismo. In realtà l'immaginazione ha in sé gli attributi del costruttore come ben ci suggerisce l'architettura antica capace di coniugare le regole apprese dalla scuola con il genio creativo dell'artista.
L'immaginazione crea e sposta l'uomo dal microcosmo al macrocosmo. Tutto parte da dentro e dal germoglio della vita che la fisica tradizionale riconosce nell'atomo. In questo concetto trova il suo espletamento l'espressione "Dio ha fatto l'uomo a sua immagine e somiglianza", dove l'uomo sta per ogni forma di vita. I processi nella dimensione organica e vitale sono sempre gli stessi, in ogni ogni specie della Natura. L'essere completo si sviluppa nel buio dell'interiorità per poi accedere alla vita esterna. "Accedere" è un verbo dal significato particolare. Deriva dal latino "Cedere: camminare all'indietro". Anticipato dalla preposizione "ad" assume il significato di "muovere verso" indicando l'uscita dalla propria dimensione. Permane il significato originario del verbo suggerendo l'idea che indispensabile per avanzare verso l'evoluzione è avere lo sguardo rivolto al passato e alle proprie radici. Il bifrontismo di Giano indica, riferendomi a quanto ora espresso, la compresenza di passato e futuro e il punto d'incontro tra i due è dato proprio dallo svolgimento del presente.