La novità, la nuova, ha sempre un sapore di gioia. "Buona nuova" è l'intensificazione della nuova tramite il buon auspicio. È pertanto la notizia che apre a un cambiamento positivo. Siamo nell'epoca dell'uso sproporzionato della parola "cambiamento" che vuole uno stravolgimento enigmatico dello stato di cose, frutto di propagande espansive elitarie e antidemocratiche.
Niente di tutto questo ritroviamo nella narrativa sacra, in cui i termini "nuovo" e "novella" aprono a prospettive di salvezza da realizzarsi a partire da questo mondo. La "novella" del Cristo e l'annuncio della buona novella che è di preparazione alla compiutezza della novella li rintracciamo nel tempo del Natale che con l'evento della nascita di Gesù immerge nella sfera materica i prodigi di Dio, l'Assoluto che regge e governa l'Universo.
"Nascita" e "Novella" rimandano alla radice di "Nuovo" e indicano l'intervento di Dio nel Creato al fianco dell'uomo.
"Ecco, io faccio nuove tutte le cose (Ap 21,5)". Un annuncio di speranza ma innanzitutto di profonda fede a riguardo dell'intervento costante di Dio che lubrifica l'Universo con la sua luce. "Fare nuovo" significa proprio questo, agire allo scopo di conferire nuova luce a un mondo in caduta e sempre più distratto dalle ombre della materia, che non riconosce più Dio al suo centro.
Nuovo e Nascita si riconducono alla radice "Nous": il pensiero più raffinato che pone l'uomo in relazione col Principio Primo.
Rigenerarsi per ritrovarsi, è questo il fine dell'uomo che vive in armonia col mondo e in sintonia con Dio. Nous lo ritroviamo al centro di etimi in relazione con l'esperienza della nascita e del divenire. Il verbo greco "essere, diventare e accadere" lo contiene, così come è contenuto dalla parola greca "donna". La donna crea e creando a sua volta si rinnova. Nel mondo dello Spirito non esiste la vecchiaia ma il costante procedere verso sempre più elevati piani di saggezza ai quali corrisponde un processo di rinnovamento interiore.
Gli alberi in natura sono specchio del processo sopra descritto. Il cambio delle foglie apre a nuove stagioni inscritte nella legge del ritorno. Il cambio è un rinnovamento strutturato e strutturale, quindi sacro, che rientra nell'ordine delle cose e non si contrappone ad esso.