Quando si rappresenta un Santo, lo si porge in modo fotografico, in base a quello che è riuscito a trasmettere e ad evocare al suo tempo e nelle epoche successive.
Un Santo è di richiamo all'idea di beatitudine che la sua opera suggerisce e diviene su questo di esempio per tutti noi. L'arte pittorica ci ha lasciato innumerevoli esempi di santi ritratti nelle loro caratteristiche dominanti: mistiche o di austera severità. Raramente in passato si è voluto andare oltre gli schemi precostituiti relativi all'oggettiva immagine rilasciata dal Santo ed è quanto Caravaggio ha cercato di imprimere e comunicare attraverso i suoi lavori di una intensità immaginifica terrena che consolida il rapporto tra la dimensione celeste e quella concreta in cui siamo immersi. La Santità è essere uomini. È abbracciare la Luce nella dimensione finita. È riscoprire l'umanità interiore e viverla nella sua opera concreta. I cori sono degli angeli, le opere sono dei Santi e le grandi testimonianze di santità del Novecento ce lo ricordano. I Santi moderni sono figure attive e combattive che hanno camminato al passo col loro tempo. Nel Rinascimento abbiamo conosciuto figure imponenti che hanno contrastato nel ripristino dei valori di umiltà, l'opulenza papale. Tra il 500 e il 600 la cultura ecclesiastica appresa negli anni di collegio ha finito col remare contro se stessa, rilasciando esempi di grande spessore interiore che, confidando sull'integrità della persona, hanno travalicato i cancelli del Cielo. Il filosofo Giordano Bruno ma anche Sant'Ignazio di Loyola. A seguire Santa Teresa d'Avila, giusto per citarne alcuni. La compostezza e l'integrità morale del Santo ricalca la severità dei precetti di cui si è fatto incarnazione e veicolo.
L'arte pittorica ci ha di fatto consegnato nel tempo immagini stereotipate dei singoli santi in rapporto a quanto la cronaca della loro epoca comunicava e di quanto su di loro è stato rilasciato sul piano emozionale. Nei tempi moderni troviamo una serie di rappresentazioni che ripropongono San Pio nei soliti atteggiamenti e con quella severità consegnataci dal suo sguardo spesso ammonitore. Non era un uomo facile e di buon carattere, ma questo ha a poco a che fare con il suo tessuto spirituale a cui gli accadimenti straordinari sul suo conto ci hanno ammessi . Padre Pio che benedice, Padre Pio che prega e assolve... sono gli atteggiamenti più comuni che si ritrovano espressi da chi ha voluto ricordare il Santo. Nella rappresentazione sotto riportata si va ben oltre il tratto severo e conosciuto con cui si vuole caratterizzare il Santo. La caratterizzazione del Santo è limite e ingabbiamento del talento artistico che non riesce ad esprimere appieno se stesso ed è frutto di scarso lavoro o impegno critico.
In questo volto di Padre Pio si coglie il riflesso di chi lo ha eseguito. Non mi soffermo sulla risoluzione tecnica che come possiamo ammirare tutti è genuina e semplice. La mia considerazione è rivolta all'espressione che buca lo sguardo del Santo e ci raggiunge docile e compassionevole con quella carica devozionale che sorprende e ammalia l'osservatore, elevandolo al piano divino. È un Padre Pio questo, profuso di materna comprensione che si lega al culto mariano. C'è nello sguardo amore e sofferenza per l'implacabile incorrere nella sfera dell'errore, per quell'incedere che rende l'umano piccolo quale un figlio capriccioso difficile da correggere. Non c'è alcuna pretesa punitiva nello sguardo di questo esempio, ma solo intenzione e invito al perdono tramite cui è possibile travalicare i limiti di una umanità sempre più sfuggente sul piano dell'amore in cui non vi si riconosce e di cui invece abbisognerebbe tanto.