Dovremmo ritornare semplici, ma la semplicità ha bisogno di chiarezza non fuori, ma dentro chi la cerca o implora. Altrimenti è propaganda.
La grande differenza tra il Decadentismo e il Transumanesimo che contrassegna esclusivamente questa epoca, poggia sul fatto che nel Decadentismo l'uomo ricercava la luce dentro di sé per ricostituirsi attraverso linguaggi e codici espressivi che mirassero a denunciare all'esterno il suo malessere interiore. Al contempo, questa forma di liberazione focalizzava l'attenzione di tutti sull'esigenza profonda di ripristino di quella semplicità ormai compromessa dalle alterazioni procurate dalla sempre più invasiva tecnologia e dagli scombussolamenti ndotti e ribaltati sulla piramide sociale che non teneva in alcun conto i disagi degli ultimi. La semplicità ricercata e abbozzata dai ritmi musicali tristemente martellanti e cupi e dalla metrica senza fronzoli e barocchismi contraddistingue gli anni Ottanta.
Oggi non più. Ricerchiamo la complicanza perché qui pensiamo di trovare la nostra realizzazione. La malinconia degli anni Ottanta trasposta in musica è stata foriera di quanto accade oggi. La semplicità nella nostra attuale contemporaneità è trasposta sul palcoscenico della finzione e serve solo per richiamare accoliti al servizio di una ideologia di pensiero che ambisce all'applicazione della trasgressione non al fine di riconquista dell'umanesimo, ma all'opposto finalizzata alla sovversione dei suoi pilastri illustrativi. La semplicità oggi non è più una virtù interiore, ma il pretesto per far scalpore e accogliere consensi da parte di coloro che si lasciano impietosire da un'umanità di cuore svenduta a traffici razziali e farmaceutici.
Ritorniamo alla semplicità non per moda. Eliminiamo tatuaggi, piercing e tutto il resto. Abbiamo bisogno di riapparire nudi nella nostra bellezza per recuperarci e incominciare di nuovo ma da noi stessi.
Il nudo non sempre è pornografia. Spesso, carezzevole voce della Verità.