La Natura è ritmo e in esso si esprime il miracolo della danza dei colori. La danza è vita perché nasce dalla vita e la pittura converte i colori in ritmo sulla base di ciò che è stato tramutato in dinamico e da qui nuovamente in statico. Ciò che è statico acquisisce carattere dinamico e viceversa, e in tale alternanza si palesa l'impronta artistica della pittura.
Questo sofisticato movimento traduce in realtà un principio estrapolato attraverso il leggibile spettro del mondo che si flette nel nostro sguardo tra oscillazioni reinterpretate dentro di noi e filtrate secondo l'esperienza di apertura e poi di chiusura con cui tratteniamo e rielaboriamo dentro di noi l'esterno. Per incamerare occorre fare spazio e lo spazio interiore è il vuoto che con la nostra esperienza esistenziale riempiamo di continuo. Se la vita è palese svuotamento di ciò che è superfluo e quindi riconduzione al nudo primordiale, la dimensione animica acquisisce visibilità attraverso l'operazione di riempimento che necessita di periodiche selezioni per dar posto al nuovo che entra in noi per essere metabolizzato e convertito in ricordo ed esperienza. La ricchezza dell'anziano è pertanto il ricordo che si tramuta in saggezza nel momento in cui emerge la sintesi delle esperienze singole assorte a pensiero inequivocabile in cui la storia umana si riconosce sotto vari aspetti. Il ritmo.della vecchiaia è quindi nella donazione e apertura del proprio habitat interiore agli altri. È condivisione e prima ancora semina che proviene da un atto di libertà che si rivela altresì liberazione. Ciò prima che l'anziano si conceda al nudo terreno e al reinternamento nella dimensione archetipica che conduce per via astrale al riassorbimento nell'antetempore.
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