La morte ci osserva nella distrazione della vita, ma la ritroviamo anche in ciò che sfugge. La logica della consapevolezza legata alla condizione di presente non è solo una componente del pensiero orientale, essa trova riscontro in tutte le religioni e ancor più in quelle in cui la forte dicotomia tra gli opposti è avvertita.

La Morte è paralisi e altresì mancata realizzazione. Vivere è mettersi in cammino partecipando a ciò che si svolge fuori di noi e accade dentro di noi. Ciò che accade è legato alla dimensione dell'interno. Accade ciò che ci penetra e ci cambia, travolgendo e stravolgendo a più livelli e con diverse intensità. L'accadere in quanto motivo di metamorfosi è legato alla ierofania, ossia alla manifestazione del sacro che accede a noi stessi. Comprendiamo quindi che i verbi "Cadere", "accedere" e "accadere" in ambito ontologico metafisico sono tra loro connessi avvalorandosi del connotato escatologico che li orienta verso l'Assoluto che è eterno.
È suggestivo quanto in merito a ciò che abbiamo ora detto, il mondo mazdeico persiano e quello ebraico (in realtà, tutto ciò che converge nella direzione delle paleo religioni mediorientali) mettano in relazione l'Assoluto con il percorso della vita. Dio è l'Eterno, Colui che dimora al di fuori dello spazio e del tempo, eppure si fa presente nella dimensione reale affiancando l'uomo nelle sue continue peregrinazioni. Pur restando fermo, l'uomo si sposta perché la dinamicità è definita dal pensiero che è costante movimento. Di contro c'è la dimensione del cuore che contiene e pertanto è il nostro centro in cui dimora nella sua stabilità il raccolto. L'anima realizza la selezione possibile attraverso il ricordo che conserva. L'anima è il travasamento dello spirito che ci lega alla materia prima del cielo ed è il velo dell'Assoluto.
Dio è Assoluto, eppure Dio cammina al fianco dell'uomo e questo è un tratto distintivo delle paleoculture desertiche. Dio è fuori e Dio è a fianco, non solo al di sopra. È pertanto guida e attraverso la sua presenza l'uomo realizza il presente dentro di sé. È il Maestro, colui che educa l'uomo alla selezione anche dei ricordi che diventano semi sui quali reimpiantarsi di volta in volta attraverso il passaggio nelle varie tappe esperienziali ed esistenziali.