Sono diventata particolarmente insofferente verso quegli slogan lanciati a mo' di bombardamento mediatico contestativo del tipo: "La felicità dipende da noi. È tutto nel pensiero... ecc... ecc...".
Ci sono delle oggettività effettive che non possono essere accomodate con queste espressioni messe in rete con l'immediatezza e la superficialità da far perdere loro il valore intrinseco che andrebbe trattato con le dovute modalità e nei giusti contesti. La società attuale è messa duramente alla prova da eventi che non prescindono da essa e dei quali è pienamente responsabile. Dobbiamo far fronte alle problematiche attuali agendo e provando in primis a razionalizzare quanto sta avvenendo. È compito di tutti intervenire prima che subentri la cancellazione dell'Uomo e di tutti i suoi attributi. Sperare con l'evoluzione del Pensiero di risolvere questa situazione globale è di una banalità sconcertante e inaccettabile. Occorre essere vigili, informarsi e seguire passo passo il procedere degli eventi, affinché l'essere umano non si rifugi nella sua meditazione soggettiva, abbandonando quindi il mondo alla sua sorte, cosa questa che ci insegnano le civiltà orientali, dell'India innanzitutto.
La religione e le Filosofie teologiche devono necessariamente orientarsi concretamente verso il Bene, confrontandosi con le loro realtà sociali, riprendendo una posizione di netto rifiuto verso la sofisticata condizione di permanenza nell'empireo teoretico. È quanto l'illuminato Kant sosteneva a proposito della positività di alcune religioni al cospetto di altre.
La Gerusalemme Celeste non è chiamata a interferire con la società, ma è la società che dovrebbe tendere al suo profilo di perfezione confrontandosi quotidianamente col piano dei Giusti.
Cosa potrebbe significare essere giusti oggi? È la domanda che dovremmo porci quotidianamente. E come adoperarci per realizzarla? Ben ci vengano in aiuto i classici e gli umanisti, ma anche i filosofi e i teologi del passato, che la Scuola di oggi e chi la rappresenta, vuole mettere al bando.
Nessuno si è mai salvato da solo, ma affinché prevalga il buon senso di una comune costruzione, occorre rispolverare i principi umani alla base del modello civile e sociale, perché di noi nulla vada perduto.