Si sta levando il fresco maestrale e mi giunge l'odore del mare che rinforza.
Prepariamoci a cambiare conservandoci e preservandoci dalle intemperie delle stagioni che verranno. Mettere a frutto l'anima è quanto ci chiede questa estate spodestata in tutta fretta dai primi vagiti d'autunno. Se abbiamo sbagliato qualcosa e non lo ricordiamo, ancora galleggia sulle onde deserte. È lì tra i flutti come una rosa spenta che aspetta il buio delle ore e la pioggia per rispuntare in noi.
È il tempo di ricordare le cose belle e di far mettere loro le radici prima che svengano pallide ai nostri piedi.
Ci sono incontri e momenti che vanno preservati, come si fa con i profumi che mandano in delirio l'anima andata in frantumi e i cui pezzi devono essere ricomposti nella giusta armonia. "Preservare"e "conservare" sono verbi dell'anima che va innaffiata con la pioggia che sgorga dagli occhi per acquisire la lucidità nel presente. Per questo dopo la distrazione calda, giunge il momento della perseveranza da applicare dedicandosi a se stessi. E della riservatezza, mentre le porte si richiudono e le finestre anche, al tempo che fuori ulula nero e impetuoso.