Al principio era il sogno. Il dio dormiente nella vulva della notte.
Ti porgo la mia pace, È realtà. È promessa.
La pace del risveglio è luce e incantamento. Il dio si sveglia e scopre di essere figlio e Uomo e di costruire il suo sogno che è l'amore. È questo l'incipit di tutte le teologie e di tutte le mitologie che fanno riferimento all'arché poi trasfigurato dalla cultura sociale che ha visto in molte favole e fiabe dormiente la donna e non l'uomo. Le fiabe e le favole nascono dalla cultura convenzionale che prevede la razionalizzazione delle religioni sottoforma di istituzioni. Queste, in quanto tali, si soffermano sulla cronologia di eventi ritenuti storici e che quindi non glorificano Dio come seme dell'Universo in rapporto al Vuoto primordiale.
Nel processo di razionalizzazione è andata smarrita la cultura del risveglio che ha la funzione di ricondurre l'uomo al suo centro. Di conseguenza ha preso piede il mondo delle illusioni. L'illusione è la trama di rapporti sospesi sul filo del presente, affidati al tempo come momento e al caso. Nella teoria del Sogno il caso non esiste e ogni circostanza non è che il filo di un disegno globale.
Il mandala quindi, non è che la rappresentazione visiva del sogno e infatti "Mantra" e "Dream: sogno " si appartengono etimologicamente. Lo stesso dicasi per la parola Madre che ritroviamo legata a Mantra e a Dream.
Il Sogno dello Sciamano è l'interruttore che accende la realtà contingente da scuotere attraverso il viaggio verso il proprio centro, a cui corrisponde l'uscita dal proprio confine spaziologico.
Il sogno è la madre dello Sciamano. È l'imbrunire della vita che si conclude col ripristino del dio dormiente.
Il languore che ritroviamo negli stati di abbandono crepuscolare è la condizione orgasmica prenatale e sconosciuta che compare nel racconto della genetica dell'anima.
Nella logica dell'amore siamo accomunati dagli stessi sogni. Le coppie che non li coltivano, si separano.