Amiamo chi ci riconduce a noi stessi. L'amore è un viaggio di rientro. È salita al cielo e ritorno a casa, alla grotta del cuore. Il tempo perso ad amare non è mai tempo perso. Il tempo perso ad odiare non torna più indietro. Amare è altresì donare ali.

Amiamo per sentirci vivi ed essere vivi. Non esiste altro che far ritorno al nostro guscio sotto le ali dell'apparenza. Il nido è l'intreccio d'amore e il riparo inaccessibile alle altrui peripezie. Chi non si sente se stesso non fa ritorno ad alcuna casa. Non la possiede chi vagola per il mondo come un'ombra senza radici. Il nido non è per tutti ma solo per chi noi riconosciamo in noi stessi. L'amore cambia, semplicemente ci fa riappropriare di noi. Non importa se è ricambiato o meno, ma che stimoli noi stessi. S'impara amando e si apprende invece solo concentrandosi su se stessi. Ecco perché oggi ci sono molte persone che sanno e tanto poche che conoscono.
Conoscere è riconoscersi, ragion per cui parlare a se stessi equivale ad ascoltare.
Al cuore non si finisce mai di raccontare.
Oggi sentiamo, alleniamo l'udito a sentire ma non ad ascoltare. E per ascoltare occorre essere, esserci con tutto se stessi e cogliersi parte integrante del Tutto che muove i nostri passi. Che senso avrebbe partire senza rientro? Oggi c'è troppa gente disperata che vorrebbe far sparire le proprie tracce perché sola e incompresa. Fortifica il tuo nido e farai ritorno a te stesso sempre, perché ogni strada non conduce a Roma ma all'amore, all'albero che cresce in ciascuno di noi e che porta frutto nell'Eden del cuore. Il seso è nel rientro di tutto da cui ogni viaggio ha avuto inizio e a cui ogni viaggio tende svolgendosi nell'infinito.