Nella Bellezza l'anima è al riposo, tra le braccia della sua provenienza.
A riposo, la Bellezza non dorme. Acquisisce agli occhi di chi la percepisce la sua integrità. Si riposa quando si è in pace a riparo dalle sofferenze e dalle colpe. Si riposa quando si è al sicuro. La Bellezza allora, ritrova la sua armonia. Non può esserci bellezza se non in una condizione di riparo felice, perché non si avvertono contrasti. La Bellezza quindi, è ritrovare l'Elysium perduto, quella condizione di primigenia culla di ogni cultura umana. La condizione di riposo è la bellezza perduta che si fa eco. La Bellezza è ricondursi attraverso l'altro all'arcana tranquillità. La Bellezza è il riposo degli amanti che si accucciano l'una nell'intimità dell'altro. È ritornare alla grotta della nascita. È un incipit all'indietro, e l'uno diventa madre dell'altra. Il sonno dell'amata è un veleggiamento tranquillo a ciò che sta prima di ogni passo nella vita. È l'incontro col cielo tramite la terra che si fa giaciglio dell'anima. La Bellezza allora sposa la Natività che è la poesia del Natale. È il guscio che contiene la coppia ed è la coppa a cui gli amanti si dissetano, facendo ritorno alla primigenia fonte, nel nulla del tempo. Nel riposo la Bellezza è viva e rifulge di concentrazione, sospendendo la fuga del tempo. È unione nel Firmamento che si flette, nell'Universo che si contrae e si adagia a noi vicino. È il nulla da cui sboccia una rosa e ci accoccola nel suo centro. È il feto che eravamo e ritorna ad essere, mentre baciamo con gli occhi l'amato che dorme. Egli è noi stessi come non potremmo vederci mai, il nostro pupo e il frutto dell'amore ancora orfano del nome.