Ogni alba è un nuovo rito che si compie, il rito dell'incominciamento. Tra il momento del tramonto e quello di schiusura dell'alba noi formuliamo noi stessi attraverso il periodico tuffo nei sogni. Il sogno è un ritorno trascinante, continuo che ci fa precipitare nel libero contenuto della verità. È il rito che si compie in assenza della coscienza e per questo lanciatore di messaggi.
Dovremmo somigliare ai sogni che si fanno.
Belli o brutti veicolano messaggi, trasgredendo al moralismo di costume e collegandoci all'etica di un'innata religiosità. Il limbo dei sogni è il consigliere degli artisti che amano costruire tuffandosi nel ritorno. Rito e ritorno si somigliano non solo nel suono, in quanto hanno in comune la reiterazione di un atto nel suo principio e nel suo completamento. L'espletamento di un compito è parte integrante ed emissione di una civiltà evoluta e ben ordinata e su questo principio si basa l'archetipo dell'eroe. Chiunque incominci un qualcosa e lo porti a termine è un eroe in una società che demorde facilmente. Si è eroi nei sogni prima di ogni incominciamento e nei sogni traspare lucida la visione etica dell'azione. L'Etica è quindi il comandamento interiore dell'eroe ben intrecciato alla trama di rapporti intessuti nella società di sua appartenenza. Eroe è chi mantiene vivo il disegno della sua spiritualità e lo realizza anche manualmente. L'artigiano che crea e creando si ricrea obbedisce al limbo dell'azione frutto di un pensiero interiore ordinato. Dal caos non nasce nulla se non embrioni pronti ad essere spazzati via da una corrente impetuosa. L'artigiano, come spiega l'orgine della parola, è colui che si avvia con le mani lungo il percorso della verità, esprimendo la sua immagine interiore e realizzandola. Il tornio degli antichi vasai creava in base alla velocità di rotazione che consentiva di limare e conferire forma circolare all'oggetto. Tornio e ritorno esprimono il rito della circolarità alla base della visione ad anello del tempo mitologico.